Ultima modifica: 20 Marzo 2023

 Dentro Tutti! 

Articolo di Restituzione Convegno

Giornata di studio per tutte e per tutti al di là dei proclami 

Pisa, 28 novembre 2022 ore 15.30-19.30

Il giorno 28 Novembre, presso la Gipsoteca di Arte Antica di Pisa, si è svolto il Convegno dal titolo significativo: “Dentro Tutti! Giornata di studio per tutte e per tutti al di là dei proclami” con l’obiettivo di riflettere sullo stato dell’Inclusione scolastica sul nostro territorio. Il termine inclusione è stato fulcro di tutti gli argomenti proposti: il significato di tale parola è piuttosto articolato quanto delicato, fondamentale per riflettere sul modo di fare scuola. Nonostante l’obiettivo positivo che si propone l’inclusione, cioè quello di includere nelle pratiche educative quotidiane tutti gli allievi che rischiano di rimanere isolati ai margini, si è riflettuto anche su quell’ “etichettatura” affiancata ai bambini con Bisogni Educativi Speciali (BES). Questo target, infatti, crea una differenza in senso negativo dal momento stesso in cui viene fatta una categorizzazione (creare un nuovo/altro gruppo rispetto a quello previsto). 

I vari interventi degli ospiti della giornata sono stati utili per ricordare ancora una volta come la diversità sia il cardine di un momento evolutivo di qualità, certo difficoltoso e problematico, ma reale. La continua ricerca di qualità dell’inclusione è, in realtà, la ricerca di una qualità del fare scuola per tutti gli alunni. Proprio per questo motivo, l’idea di inclusione non si dovrebbe basare sulla misurazione della distanza che c’è fra il livello dell’alunno diverso e

un presunto standard di adeguatezza, ma sul riconoscimento della piena partecipazione alla vita scolastica di tutti i soggetti. Se l’integrazione è uno stato, l’inclusione è un processo, una cornice entro cui tutte le condizioni possono essere valorizzate e rispettate. 

Il pomeriggio di studio, organizzato dal Gruppo Territoriale di Pisa del Movimento di Cooperazione educativa, si è articolato in tre sessioni: nella prima parte tre ospiti hanno chiarito il quadro politico-culturale-didattico dell’inclusione (interventi di Carlotta Bellomi, Fabio Bocci e Diana Cesarin); nella seconda parte tre voci dal mondo della scuola hanno proposto le “buone pratiche” per una scuola inclusiva (interventi di Giusi Longo, Roberta Passioni e Cesare Moreno); l’ultima parte è stata dedicata a una tavola rotonda sulla situazione in tema di inclusione nel territorio pisano (contributi dei dirigenti scolastici Maurizio Berni e Francesco Feola, delle esponenti della Società della Salute di Pisa Alice Sensi e Anna Cotrozzi, della referente USP Michela Lupia e di Pietro Di Martino, Presidente del CdS in Scienze della formazione primaria di Pisa). 

IL PUNTO SULLA DISPERSIONE 

L’analisi di Carlotta Bellomi (Save the Children), pone l’attenzione su un problema che siamo abituati a collocare altrove, in Paesi lontani o periferici: quello, appunto, della povertà dei minori e come questa incida sulla dispersione scolastica, sia implicita che esplicita. Significativo è anche il fatto che molti studenti con background migratorio, nonostante un’alta percentuale di loro sia nata in Italia, acquisiscano un ritardo nell’apprendimento a confronto con i compagni di origine Italiana. Da questo emerge come la scuola necessiti di politiche attive per il contrasto delle diseguaglianze. 

Si è riscontrato, inoltre, come sul territorio nazionale ad una povertà di tipo materiale corrisponda una povertà di tipo educativo. Il tasso di dispersione scolastica esplicita è del 12,7% (valori prossimi a quelli di Romania e Spagna), mentre si attesta al 9,7% la dispersione implicita. 

Viene inoltre confermata anche per la fascia 15-29 la gravità di un numero consistente di giovani che non studiano né lavorano e sono impiegati in un percorso formativo (NEET). Il 37% delle scuole primarie ha il tempo pieno, prevalentemente al centro e al nord. Il 50%, delle scuole nazionali ha la palestra. Soltanto il 32% delle scuole è privo di barriere per alunni con disabilità. 

Dalle cartine tematiche emerge come i dati e le medie sopracitati siano molto disomogenei e diversificati a seconda delle regioni, con un evidente disagio concentrato prevalentemente nel mezzogiorno. 

Queste percentuali riflettono lo stato di un territorio estremamente frammentato, dove le strutture ricreative, educative e di assistenza sono dislocate come delle isole. Tra queste isole vi è anche la scuola, la quale procede lungo la sua strada e troppo raramente il percorso si incrocia con il cammino delle altre strutture. 

Occorre vedere la scuola come un’entità tentacolare che tocca e influenza ogni aspetto del territorio. Uscire dall’ottica di una scuola e un extra-scuola, ma realizzare un’aula diffusa su tutto il territorio dove le attività pomeridiane possono essere svolte anche in strutture messe a disposizione da altri enti, pubblici o privati. 

POLITICA E DIDATTICA PER UNA SCUOLA INCLUSIVA 

L’intervento del Prof. Bocci ha posto l’accento sul fatto che esista sempre una “didattica mainstream”, rivolta alla classe – dentro –, ed una “didattica speciale”, rivolta agli alunni con difficoltà – fuori –, e che la diversità debba adattarsi alla “normalità” per avere la possibilità di

un’inclusione: tanto più la diversità si allontana da ciò che è percepito normale, tanto più essa rimarrà “fuori”. È necessario quindi un totale cambio di prospettiva per far sì che l’inclusione si realizzi concretamente. 

Estremamente interessante è stato il riferimento agli alunni considerati come “casi” o “elementi”, in quanto questi due termini riducono la nostra capacità di utilizzare tutti i mezzi che abbiamo a disposizione per sviluppare l’inclusione. Questo perché tende ad isolare “l’elemento” dal resto della classe, sia sul piano delle aspettative degli insegnanti nei suoi confronti, sia su quello del supporto che può ricevere dagli altri. Ogni insegnante ha piena responsabilità didattica ed educativa verso tutti gli alunni delle sue classi, compresi quelli con disabilità. Bisogna attenzionare le peculiarità di ciascuno per perseguire gli obiettivi per il raggiungimento dell’apprendimento. 

Diana Cesarin ha poi parlato di intercultura e alunni e alunne con background migratorio: la docente ha sottolineato quanto il fenomeno migratorio si modifichi velocemente e quanto la mancata inclusione crei inevitabilmente discriminazione. L’incontro con l’altro è sempre carico di conflitto, è inevitabile, ma questo è occasione di allenamento dell’ascolto e del rispetto. Citando Marianella Sclavi, Cesarin ha parlato dell’intercultura come capacità dei docenti di prendersi la responsabilità di allenare alla gestione creativa dei conflitti per allenare i punti di vista. 

BUONE PRATICHE DI SCUOLA INCLUSIVA 

Il primo intervento nella sessione dedicata alle buone pratiche è stato quello di Giusi Longo, il quale si è incentrato sulla possibilità di mettere in pratica attività laboratoriali trasversali per coinvolgere e valorizzare gli alunni con disabilità. La docente ha raccontato l’esperienza vissuta nella propria scuola, nella quale sono stati realizzati diversi laboratori tra cui quello di scrittura creativa. Nella sua realtà avevano notato come gli alunni con disabilità erano troppi nelle classi e le ore di sostegno insufficienti: i ragazzi e le ragazze, così, non potevano esprimersi alla stessa stregua dei compagni nelle varie materie. Bisognava trovare uno stratagemma valido sia da un punto di vista didattico che inclusivo: decidono, quindi, di creare dei laboratori, dapprima di scrittura creativa e poi anche afferenti altri ambiti. 

La struttura dei laboratori, che loro realizzano più volte a settimana con accesso volontario anche da classi diverse, ha permesso di razionalizzare le risorse umane permettendo a tutti di acquisire competenze ed avere voce in capitolo. 

È stata, poi, trasmessa un’intervista rivolta alla docente di sostegno Roberta Passoni, rappresentante del MCE Umbria, il cui intervento si è concentrato essenzialmente su tre questioni: il significato di inclusione, le modalità attuative dell’inclusione scolastica e gli indicatori della stessa. 

In merito alle modalità attuative la dott.ssa Passoni ha sottolineato che, nella sua esperienza, alla base di una effettiva inclusione scolastica vi è l’organizzazione. Quindi, ha illustrato brevemente come questa si attui nel suo istituto in merito all’inclusione degli alunni con disabilità. In particolare, si parte dalla stesura di un protocollo osservativo di tipo narrativo (segue la logica dell’ICF ma non ne utilizza i codici) di cui ci si avvale per l’approccio iniziale (circa due mesi) con l’alunno con disabilità. Solo in seguito si arriva alla stesura congiunta del PEI. Inoltre, si fa sì che nessun docente possa essere escluso dalla partecipazione al GLO poiché esso viene inserito nell’ambito del consiglio di classe ed agli eventuali assenti viene letto, nella seduta successiva, il verbale della riunione precedente.

Inoltre, il GLI si riunisce un paio di volte all’anno anche in una composizione allargata che include tra i partecipanti tutti gli insegnanti di sostegno e tutti i docenti coordinatori di classe. Per quanto riguarda gli indicatori di un’inclusione efficace, la dott.ssa Passoni, sempre sulla base della sua esperienza, ha parlato di una generalizzazione della differenziazione didattica e, soprattutto, di coerenza, intendendo quest’ultima come capacità dei docenti di portare avanti azioni coerenti che aiutino i bambini/ragazzi a costruire autonomia: in altre parole si è tanto più inclusivi quanto più si è in grado di progettare azioni quotidiane che rendano i propri alunni via via più autonomi. Ha, inoltre, sottolineato l’importanza della cooperazione tra i docenti per una progettazione uniforme, condivisa e funzionale. 

Un contesto inclusivo, sottolinea la docente Passoni, esiste quando coloro che si trovano all’interno di un gruppo non sono semplicemente “accolti”, ma possono fare qualcosa per gli altri e possono, attraverso la loro presenza, la loro progettazione e il loro intervento, modificare quel contesto. In tal senso, dunque, un compito importante della scuola al fine di creare contesti inclusivi, è proprio fare in modo che tutti abbiano competenze che consentano di avere voce in capitolo all’interno di un gruppo e di lasciare una loro traccia. 

L’intervento di Roberta Passoni è disponibile a questo link https://fb.watch/hxyjkRjDpt/ 

Cesare Moreno, presidente dell’Associazione Maestri di strada ONLUS, ha parlato del suo lavoro di supporto alle istituzioni scolastiche perlopiù in Campania, nelle periferie napoletane, per contrastare la dispersione scolastica. La fotografia che è emersa dai suoi racconti combacia con quella fornita da Save the Children all’inizio del convegno. 

L’INCLUSIONE SCOLASTICA SUL NOSTRO TERRITORIO 

Tavola rotonda 

Il prof. Paolo Cianflone ha, infine, introdotto la tavola rotonda in cui i vari invitati hanno descritto brevemente le loro esperienze a partire dal quadro teorico delineato all’inizio del convegno e sollecitati dalle buone pratiche ascoltate. 

I due dirigenti scolastici invitati hanno posto l’accento sulla necessità di una collaborazione e comunicazione fra le istituzioni scolastiche per evitare quello che si sta verificando a livello provinciale: molte scuole professionali hanno un gran numero di iscritti con disabilità, a differenza dei licei e questo crea una situazione paradossale in cui si creano dei “ghetti” e a causa della quale spesso gli istituti accoglienti si trovano a non avere locali e situazioni idonee alle esigenze di tutti. 

L’USR rappresentato dalla Dottoressa Michela Lupia ha affermato l’impegno che l’ufficio sta impiegando nel trattare il tema dell’inclusione, in particolare a livello territoriale. Anche le esponenti del servizio sociale hanno delineato la situazione attuale e la fattiva collaborazione che stanno cercando di mettere in atto fra aziende sanitarie, Enti Locali e istituzioni scolastiche. 

Infine il Professor Pietro Di Martino, Preside della Facoltà di Scienze della Formazione Primaria dell’Università di Pisa, ha sottolineato l’importanza della formazione iniziale e continuativa dei docenti all’interno della scuola, al fine di garantire una didattica sempre più inclusiva ed innovativa. 

Il convegno, in estrema sintesi, è stato davvero molto interessante. 

Tutti i relatori hanno toccato, in maniera esaustiva,il tema dell’inclusione cercando di mettere in evidenza tutti gli aspetti ad essa correlati. 

Auspichiamo che esso sia solo il punto di partenza di una riflessione condivisa e generativa, a diversi livelli, di nuove pratiche realmente inclusive.




Link vai su